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Piacenza e Provincia

Cenni storici

Piacenza è il capoluogo dell’omonima provincia dell’Emilia-Romagna. È soprannominata la Primogenita perché nel 1848 è stata la prima città italiana a votare con un plebiscito l’annessione al Regno di Sardegna.
Posta al confine fra Emilia e Lombardia, risente dell’influenza economica e culturale di Milano. Piacenza è situata nella Pianura Padana ad un’altitudine di 61 metri sul livello del mare. È posta sulla riva destra del Po, tra le foci del fiume Trebbia a ovest e del torrente Nure ad est. A una quindicina di chilometri in direzione sud compaiono i declivi dei Colli Piacentini, prime propaggini dell’Appennino ligure. La posizione geografica, al crocevia fra Lombardia, Liguria, Piemonte ed Emilia, ne ha da sempre determinato le sorti strategico-militari e ne ha fatto un importante nodo autostradale e ferroviario.
Placentia, fondata nel 218 a.C., fu la prima colonia romana nell’Italia settentrionale, insieme a Cremona, come importante avamposto militare contro Annibale che muoveva dalla Spagna per giungere in Italia e portarva devastazione conquistando i territori del Ticino e della Trebbia. La città resistette agli attacchi punici e fiorì come centro commerciale sulla via Emilia. La cristianizzazione della città avvenne anche per opera di martiri come sant’Antonino, centurione piacentino ucciso sotto Diocleziano. Divenuta sede di un Ducato longobardo, quindi conquistata dai Franchi, la città acquista maggiore importanza attorno all’anno Mille, trovandosi sulla via Francigena.
Dal 1126 fu libero comune e combatté con la Lega Lombarda contro il Barbarossa a Legnano. Nel 1336 fu nelle mani dei Visconti e rimase in loro dominio fino al 1447 per poi passare, nella prima metà del Cinquecento, prima alla Francia e poi allo Stato Pontificio. Capitale del Ducato di Parma e Piacenza sotto i Farnese (1545) passò al ducato di Milano e fu restituita a Ottavio Farnese nel 1556. Dal 1732 al 1859 fu soggetta al dominio borbonico, durante il periodo napoleonico fu aggregata all’Impero nel Dipartimento del Taro, successivamente fu attribuita a Maria Luigia d’Austria, che apportò alla città importanti ammodernamenti.
Pesantemente colpita nelle Guerre Mondiali, ha poi avuto uno sviluppo agricolo e industriale. Nominata città d’arte, oggi Piacenza ha una forte vocazione turistica.
La città di Piacenza è tra le 27 Città decorate con medaglia d’oro come “benemerite del Risorgimento nazionale” per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918. Inoltre è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione perché è stata insignita della medaglia d’oro al valor militare il 9 aprile 1949.

Lo stemma di Piacenza

lo stemma di PiacenzaLo stemma di Piacenza, secondo il regio decreto del 27 settembre 1938, è uno scudo partito, il primo di rosso a un quadrato d’argento; il secondo d’argento a una lupa d’azzurro lampassata di rosso. In realtà nello stemma in uso la lupa è di colore nero. La parte rossa in cui è raffigurato un quadrato bianco o argenteo costituisce anche lo stemma della Provincia di Piacenza. Sull’origine di questo partito gli studiosi si dividono: per alcuni questa metà rimanderebbe alle insegne della Legione Tebea o Tebana, ai tempi di Diocleziano, nella quale era arruolato il martire cristiano e patrono Antonino. Nella tradizionale iconografia, infatti, il santo protettore è ritratto mentre regge il vessillo militare. La placca quadrata probabilmente rappresenta il tipico accampamento romano, il castrum.
Altri mettono in dubbio sia l’appartenenza di Antonino alla Legione Tebea sia la storicità di questa legione così come è tramandata e sostengono che il quadrato sia la stilizzazione di un dado, da ricollegarsi al passaggio di Cesare e alla sua famosa frase all’attraversamento del Rubicone, “il dado è tratto”. A generare l’incertezza sono gli stessi piacentini che lo chiamano comunemente “il dado”. Nella parte bianca viene raffigurata la lupa capitolina, emblema di Roma. Ciò simboleggia lo stato di “civitas romana” (e il conseguente dono delle insegne con la lupa) di cui la città, la prima colonia fondata dai romani insieme alla gemella Cremona nel 218 a.C., fu omaggiata. Il gonfalone, rosso con al centro un rettangolo di tessuto bianco recante lo stemma cittadino, recita: Città di Piacenza, Primogenita d’Italia. Secondo la blasonatura del decreto esso dovrebbe essere interamente bianco. Il mosaico dell’antico stemma è visibile all’interno del cortile (aperto al pubblico) del Palazzo Gotico.

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